In viaggio sulla nuova linea 4 della metro (testo e foto di Giulia Ripandelli).
E’ un giorno di vento forte e pioggia battente, abbastanza freddo nonostante sia maggio. E’ il nostro ultimo giorno a Budapest, nel pomeriggio dobbiamo essere in aeroporto, e ormai abbiamo girato la città in lungo e in largo con autobus e metropolitane; le abbiamo prese tutte tranne la linea 4 che, partendo da una fermata della 2 e incrociando la 3, si allontana dal centro in direzione sud-ovest. Abbiamo a disposizione tutta la mattina e una tessera di abbonamento che ci consente di prendere tutti i mezzi senza limiti.

Con gli ombrelli rovesciati dalle raffiche ci buttiamo giù per le scale della stazione di Kálvin tér e, imboccata la scala mobile che porta ai binari, ci si apre un nuovo mondo sotterraneo: dopo la storica e curata linea gialla, la vecchia e un po’ cadente linea blu e la ristrutturata e linda linea rossa, la nuovissima linea verde, inaugurata il 28 marzo del 2014, è un salto nella contemporaneità. La luce bianca che piove dall’alto illumina l’acciaio satinato della scala, e i lucidi pannelli di plexiglas che ricoprono le pareti curve del tunnel irradiano un solare e allegro alternarsi di giallo e arancio. Decidiamo di utilizzare il tempo che ci resta per esplorarla stazione per stazione, scendendo a tutte le fermate e risalendo sui treni successivi.

La sorpresa si rinnova ad ogni sosta: dai mosaici ad effetto psichedelico alla essenziale combinazione di acciaio e cemento, dagli accostamenti di colori accesi all’intersecarsi di piani e scale in salita e in discesa, dai neon sapientemente disposti alla luce del giorno che filtra attraverso coperture trasparenti, alcune delle stazioni, maestose come cattedrali, sono dei capolavori di spazio e luce, colore e forma.

I pulitissimi treni dai sedili rossi ci scarrozzano allegramente di fermata in fermata, prima avanti e poi indietro, fino a riportarci al punto di partenza. Un ultimo sguardo alle buffe panche verdi sotto un soffitto di spirali al neon, vicino ad una delle uscite della stazione, ci ricorda che si può essere adulti ed efficienti senza essere seriosi, e che una giornata faticosa può diventare più lieve se sulla nostra strada incontriamo un pizzico di fantasia. Risaliamo in superficie dove ci aspettano il cielo grigio e la pioggia, lasciandoci alle spalle i fantastici giochi seri degli architetti ungheresi.



















