Diversità (s.f.): l’essere diverso, non uguale, né simile

Diverso o diversa, ma da chi? Quando parliamo di diversità abbiamo sempre in mente un modello a cui tendere, che ci porta fuori da noi e ci crea un senso di inadeguatezza. Un modello eternamente irraggiungibile, rispetto al quale siamo “troppo o troppo poco”. E quindi spesso ci sentiamo dire: sei troppo grasso, troppo magra, poco intelligente, troppo intelligente, troppo emotivo, poco emotivo, troppo bella, poco bella e così via, all’infinito. E allora, come fare a trasformare la diversità da discriminazione in valore, diversità che può dare vita ad un confronto, ad un dialogo, ad un arricchimento? Dobbiamo darle voce, nominarla, riempiendola di contenuti positivi, a partire dal fatto che ognuna e ognuno di noi è “un pezzo unico”, “irripetibile”. E così, attraverso racconti, esperienze e momenti di confronto con ragazzi e ragazze, adulti, proveremo a calarci tra la gente comune, spesso invisibile, che però è quella che crea il cambiamento, quello che serve a rispettarci reciprocamente e a renderci felici, tutte e tutti.