gli ex voto dipinti del Santuario di San Michele sul Gargano (di Giulia Ripandelli).

Il 29 settembre del 493 d.C. l’Arcangelo Michele apparve sul Gargano a San Lorenzo, vescovo di Siponto, e consacrò una grotta sul Monte Sant’Angelo, probabilmente già sito di venerazioni pagane, a luogo dedicato al culto cristiano. Come leggiamo nel libro «Ebbi miracolo», curato da Antonio Troiano e Filippo De Michele per le Edizioni Michael, questa fu la terza apparizione dell’ Arcangelo, e segnò l’inizio della storia di questo Santuario che nel Medioevo fu un’importante meta di pellegrinaggio insieme al Santo Sepolcro di Gerusalemme, alle tombe degli Apostoli a Roma e a San Giacomo di Compostela.

La Via Sacra Langobardorum, lungo la quale si trova il Santuario, tratto della via Francigena sul cammino verso la Terra Santa, coincideva con le strade percorse dai pastori transumanti che portarono con sé il culto di San Michele Arcangelo, dando luogo ad una linea ideale che collega tutti i santuari a lui dedicati, fino a Mont Saint-Michel in Francia e a St. Michael’s Mount in Inghilterra.

L’antichissima devozione per Michele, Arcangelo guerriero dotato di spada a difesa della fede in Dio dalle orde di Satana, si legò così indissolubilmente alla transumanza e il Santo divenne patrono delle grotte e delle sorgenti, riparo e ristoro lungo il cammino. Il suo ruolo di protettore e difensore del bene si radica profondamente nella cultura rurale e popolare, di cui sono espressione le 133 tavolette votive dipinte della collezione del Museo Devozionale del Santuario garganico.

Gli ex voto esposti, tutti relativamente recenti dato che i più antichi andarono perduti a causa di saccheggi, incuria e distruzioni per epidemie, furono donati dai fedeli per ringraziare San Michele del suo intervento nei frangenti più drammatici delle loro vite. Datati dalla fine dell’Ottocento a tutto il Novecento sono realizzati con pittura ad olio, tempera o acquerello su materiali diversi, dal compensato alla tela, alla lamina di ferro.

Dall’incredibile varietà di sciagure rappresentate, emerge uno spaccato della società e dei suoi mutamenti nel corso del tempo: dagli incidenti agricoli con carretti, cavalli e, in seguito, trattori, a quelli stradali con auto, camion, moto e corriere; e poi naufragi, malattie o interventi chirurgici, incidenti sul lavoro, incidenti di caccia, cadute varie, eventi bellici, incidenti atmosferici….

Ispirate da una riconoscenza appassionata da cui scaturisce uno stile diretto e naif, dipinte con tecniche talvolta elementari e talvolta più elaborate, queste offerte devozionali mostrano come l’uomo possa sentirsi fragile e inerme di fronte agli eventi tragici e quanto grande possa essere la sua fede nella presenza del divino.

In una costruzione formale statica oppure estremamente dinamica ed espressiva, i personaggi coinvolti nella storia ci raccontano, come in un fotogramma di un film, un attimo sospeso e decisivo in cui la tragedia di una vita si consuma sotto gli occhi impotenti degli spettatori che, immobili e con le braccia tese, sembrano invocare proprio quel miracolo che alla fine si avvera.

